Il Complesso Santo Volto

IL COMPLESSO SANTO VOLTO

Un supplemento di trascendenza per Torino

E’ la realizzazione, nella ex area industriale di Torino, destinata a nuova ambiziosa area urbana tra C.so Potenza e C.so Principe Oddone, di un complesso parrocchiale denominato Santo Volto, a servizio di circa 15.000 abitanti di cui 10.000 nuovi insediamenti. Vista la collocazione nel cuore della più grande e significativa area di trasformazione che interessi la Torino postindustriale, considerato il momento storico di nuova vocazione della città, incoraggiato dalla componente civile, il Vescovo, pensò a un complesso di strutture che, oltre al servizio parrocchiale, potessero rispondere alle esigenze della diocesi e diventare un bel segno artistico e di richiamo cristiano per la Torino del futuro. Lo studio e la progettazione del complesso fu affidata all’architetto ticinese di grande fama Mario Botta, che venne affiancato da don Giuseppe Trucco in qualità di legale rappresentante e responsabile dei lavori, in stretta collaborazione con il card. Severino Poletto. La posa della prima pietra avvenne il 24 giugno 2004 e l’inaugurazione del complesso l’otto dicembre 2006: 28 mesi di lavoro con una presenza media di 100 operai in cantiere. Il complesso risulta costituito di chiesa e strutture parrocchiali con cappella feriale e casa canonica, Curia Metropolitana, Centro Congressi, parcheggi e sagrato. La ex ciminiera della ferriere, nobilitata con una spirale ascendente tra terra e cielo, ospita la struttura di nove campane a carillon.

 

Presentazione alla città e reazione delle Istituzioni

Venerdì 14 novembre 2003 l’architetto Mario Botta, alla presenza del Card. Poletto, presentò il progetto Santo Volto, ai rappresentanti delle principali istituzioni pubbliche e private di Torino e del Piemonte.

Fu una gara di consensi generalizzati. Regione, Provincia, Comune, Fondazioni, Industria e Commercio: tutti, per aspetti diversi, encomiarono la genialità del progetto e il coraggio della Diocesi nel dare alla città un segno alto, un supplemento di anima, con una mediazione artistica non dimentica del passato operaio e industriale.

Un complesso artistico

Alcune perplessità sono sorte circa l’opportunità di un complesso religioso di grandi dimensioni in tempi di vistosa decrescita della pratica cristiana. Ma è unanime il consenso sulla necessità di una nuova parrocchia per servire i nuovi insediamenti ed evitare che le parrocchie vicine si avvicinino ai 30 mila abitanti. Si è scelto di dare al Santo Volto anche una valenza di servizio diocesano sia per la chiesa che per il sottostante centro congressi. Per noi cristiani poi non è da trascurare quanto dice la Costituzione Conciliare Sacrosantum Concilium che, riferendosi all’edilizia di culto, invita sì ad evitare mera sontuosità ma anche a promuovere una nobile bellezza (n. 124) per far sì che le cose appartenenti al culto sacro splendano per dignità,
decoro e bellezza; segni e simboli delle realtà soprannaturali, in relazione con l’infinita bellezza divina (cfr. n. 122).

Scrive inoltre Giovanni Paolo II nella “Lettera agli artisti “ del 1999: “[L’arte] deve rendere percepibile e, anzi, per quanto possibile, affascinante il mondo dello spirito, dell’invisibile, di Dio. Deve dunque trasferire in formule significative ciò che è in se stesso ineffabile” (n. 12). La bellezza ed il valore artistico del complesso Santo Volto segnano un non comune sforzo per concretare tali alte direttive.

La chiesa

E’ a pianta ettagonale costituita da 7 elementi che s’innalzano come braccia rivolte al cielo in ricerca di luce e di senso. L’aula è circolare delimitata da 12 colonne e da un percorso perimetrale che collega le cappelle laterali. La luce viene da sette grandi lucernari alti per l’aula e da altri sette sdoppiati, di media altezza, che illuminano, seguendo il percorso del sole, le singole cappelle laterali, richiamando simbolicamente tutto ciò che il fascio di luce dall’alto e il numero 7 (4+3) significano a livello biblico e teologico: perfezione il 3 in tutte le culture anche prebibliche, poi la Trinità; completezza il 4: elementi cosmici (terra aria acqua fuoco) e punti cardinali, il 7: i giorni della creazione, il candelabro ebraico, i doni dello Spirito, i sacramenti, le virtù, le opere di misericordia corporali e spirituali. L’assemblea potenzialmente di mille posti a sedere (pienezza e universalità) è accolta e contenuta da dodici (4x3) colonne che contornano l’aula liturgica in richiamo degli apostoli, fondamento della chiesa. In corona attorno al luogo dell’assemblea trovano dignitosamente posto in opportune cappelle la Custodia Eucaristica, il Battistero, la statua della Madonna, la cappella delle confessioni, l’organo.

La disposizione interna, tiene conto della sperimentazione e dell’evoluzione che si è avuta nelle chiese a cominciare dalla nascita del Movimento liturgico (primo decennio del 1900) fino all’oggi. Sono accolti gli elementi consolidati e ritenuti ormai irrinunciabili quali il rapporto di comunicazione e coinvolgimento tra presbiterio e aula, la convergenza verso l’altare, l’evidenza del luogo della Parola.

Viene superata nel complesso la scelta della non visibilità, della chiesa-casa, dell’aula polifunzionale per usi liturgici, aggregativi e profani. Anche la tendenza assemblearista viene superata dal concetto di accoglienza e partecipazione attiva in cui sono distinti i vari servizi. Ben visibile e dominante è la sede del presidente anche se defilata rispetto ad altare e ambone.

L’arredo liturgico è assolutamente essenziale: altare ambone, sede, tabernacolo in marmo bianco di Carrara. Un grande e suggestivo crocifisso medievale e una sontuosa Madonna Immacolata barocca. Il bello costituisce armonia superando stili e tempi.

Certamente geniale è il grande Santo Volto dell’abside, in pietra di Verona: icona derivata dal Volto della Sindone, in tessere marmoree con taglio perpendicolare o inclinato, sì da creare mediante il riverbero della luce la suggestiva immagine.

Una chiesa visibile, una chiesa importante, una chiesa per i convocati dal Signore, una chiesa per la Parola e per l’Eucaristia, una chiesa per la preghiera e la contemplazione.

Il centro congressi. Ricavato sotto la chiesa e della stessa ampiezza, corredato di ampio e luminoso foyer su due livelli, di sala regia e cinque sale per lavori di gruppo è capace di mille presenze .

Casa e opere parrocchiali

Consistono in due alloggi per sacerdoti, un ampio alloggio per piccola comunità di suore, in locali per ufficio, accoglienza; un centro anziani e una cappella feriale da 150 posti; quindici aule per la catechesi e la formazione, un contenuto spazio interno destinato a oratorio e una compatta area giochi all’aperto.

La Curia. Disposta su tre piani per complessivi 2700 mq, è dotata di un piano per i servizi generali, uno per i servizi pastorali e due piani per l’accoglienza e i servizi logistici e i posti auto.

Il sagrato. Offre il necessario spazio di ambientazione per passare dall’ordinarietà della vita frenetica della città al luogo del sacro, del trascendente, alla dimensione riflessiva e meditativa che tocca la sfera spirituale della persona.

I materiali. Il complesso risulta particolarmente armonico nel suo insieme. I materiali sono fondamentalmente naturali quali pietra di Verona, mattoni fatti a mano, legno acero, marmo di Carrara, porfido.

Curato fin nei minimi particolari con grande armonia di colori naturali, offre allo sguardo una gradevole sensazione di riposo e di accoglienza, di protezione e di bellezza.

(A cura di Giuseppe Trucco – 20010)

 

Parrocchia Santo Volto - V. Valdellatorre11 -10149-TORINO -Tel. 011 5156480 -

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